| una delle visite è la mia.. questa è la seconda.. quindi il commento...
Non ho capito chi sia a non dare una mano... Ovviamente non lo biasimo: sarebbe troppo facile per me stare qui e da qui sentenziare!
Quel che posso dire è che succede sempre così, e lo consto come dato di fatto: in un gruppo di persone abbastanza numeroso è normale che ci sia chi lavora, chi meno e, infine, chi no; è normale che ci sia chi si offre, si presta, chi si ne frega e anche chi scompare. E' ancora normale che ci si dedichi prima agli impegni vitali (scuola, università, lavoro, ragazza/o, musica, sport, arte, lettura...) e ci si ritagli il tempo per la cgr, o comunque per un impegno meno gravoso!
Non siamo agli scout, nè nelle esercito; non siamo amministratori, non facciamo volontariato per un'associazione famosa, nè militiamo in un partito... non siamo niente di niente! Siamo un insieme di persone che si preoccupano attivamente di dare vita al loro paese; spero per il bene e la crescita della comunità! non per prestigio personale o interessi egoistici. Inoltre, per far capire agli altri compaesani (o concittadini) che fare qualcosa di diverso, di divertente, di utile per sè e gli altri è possibile. Far capire loro che c'è bisogno di idee, di forze fresche, di manodopera e che stare a lamentarsi ripetendo il solito ritornello "in questo paese non si fa mai niente" (variamente pronunciato) è causa del lassismo generale, del menefreghismo della massa e del disinteresse dei più. Che c'è bisogno anche di loro... di tutti, insomma di molti...
Ma esigere da qualcuno più di quello che può e vuole dare è ingeneroso, sbagliato e contro producente.
Mi aspetto la fede alla parola data, mantenere le promesse, sacrificare un po' di ozio per le attività finora proposte... ma niente di più.
Dicevo più su... è normale che accada e che in gruppo di persone le cose vadano così: dico "normale" e non giusto... In un gruppo di persone si forma sempre quello che viene definito "zoccolo duro", gli altri, i meno attivi, sono satelliti che si adoperano nei limiti del loro possibile.
Credo che le critiche generaliste, le sentenze indirizzate a più persone, le parabole, le allegorie, il non-detto, le conventicole non servano a nulla... Riappropriamoci del confronto sano e dialettico, della critica costruttiva, dell'impegno alla parola data, della fiducia... e boh... tant'è.
Ognuno, poi, farà i conti con la propria coscienza... il problema sarà il suo.
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